La Memoria Tardiva

È difficile comprendere il razionale della tempistica delle dichiarazioni di Amato sulla strage di Ustica. Non si capisce quale serie di eventi abbia fatto scattare questa decisione che ho difficoltà a considerare un atto di buona volontà personale.
Nessuno ha mai escluso veramente questa ipotesi, tanto è vero che nonostante anni di indagini non si è mai giunti a una sorta di verità giudiziaria e la dinamica del disastro è rimasta soggetta alle più varie interpretazioni.
Non ho elementi per avvalorare o meno queste dichiarazioni di Amato. Persone più competenti e informate di me forniranno opinioni più autorevoli. Sarò felice se si arriverà a una conclusione della vicenda anche e soprattutto per il rispetto di vittime e congiunti.
Questo non mi impedisce di pensare che certe affermazioni potevano essere fatte molto prima, quando era il momento.
Non ho mai avuto stima di questo signore che mi è inviso per i suoi atteggiamenti politici subdoli. Questo passaggio non fa che confermarmi nella mia opinione.
E poi, una volta fatta una doverosa osservazione sulle tempistiche delle dichiarazioni di Amato sul disastro di Ustica, vengono spontanee delle domande:
Sulla base di quali evidenze si rilascia una dichiarazione così grave? Esistono documenti, testimonianze, registrazioni ignote a supporto della versione? E se esistono, sono coperte da segreto o sono circolabili? E se sono coperte da segreto, perché Amato viene meno alla consegna? E se sono circolabili, perché non sono state messe a disposizione subito delle autorità per dare prova definitiva dei fatti?
Oppure quello che riferisce Amato è un sentito dire, una confidenza di cui non può citare la fonte, un’ ipotesi di suo cugino, una sua visione extrasensoriale, un rivelazione dello Spirito Santo?
Perché in questo secondo caso, escluse evidenze e testimonianze, si tratterebbe dell’ennesima dichiarazione fatta per fini opinabili, la cui unica finalità sarà quella di creare ulteriore caos a beneficio di quei soggetti che sono così con l’acqua alla gola dal dover ricorrere a questi sistemi per boccaloni ben certi che troveranno ampio seguito nella generale deficienza di spirito critico di gente comune e commentatori.
Ora è tempo di chiarire tempistiche e fonti. Se no è solo una pagliacciata.

Opera di distruzione di massa

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La prima grande opera di Firenze capitale è appena ultimata dopo l’inaugurazione della linea T2 della tramvia di Firenze. Tra battimani e bandierine sventolanti da parte di bambini inquadrati come piccoli balilla, la UE per bocca della propria rappresentante Corina Cretu ha annunciato un ulteriore finanziamento di 40 milioni di euro per completare le nuove linee per un’opera che arriverà a costare circa 600 milioni di euro. Questa monumentale opera fu voluta dall’allora podestà di Firenze Matteo Renzi che per ovviare alla mobilità cittadina e allo smog. Tutto bene quindi? Forse si, dal punto di vista pratico, ma dal punto di vista politico si aprono scenari inquietanti per il futuro del nostro territorio, e non solo. La presenza compiaciuta del ministro Toninelli e del presidente Mattarella all’inaugurazione pone un suggello a quello che il sempiterno “cerchio del giglio magico” ha posto come imprimatur sul capoluogo toscano e sui suoi immediati dintorni. Questa comprensione e acquiescenza verso l’opera renziana va di pari passo con il nuovo corso del governo dopo che di recente sono stati pubblicati sul sito del ministero delle infrastrutture l’analisi sui costi e benefici riguardo la TAV, arrivando alla conclusione che costerà di più ma che, per usare parole del ministro “purtroppo è partita male e mi pare che stia proseguendo peggio” lasciando sottintendere che alla fine si farà. Insomma “indietro non si torna!” come ai bei tempi del ventennio (avete letto sopra dei bambini con le bandierine simil balilla, si?). Il governo grilloleghista insomma sta effettuando una sorta di federalismo da circo Barnum: se le regioni o i privati mettono i soldi, possono fare ciò che vogliono! Questo l’assioma ponderato dal governo del cambiamento così, alla cazzo di cane.  
A questo punto risultano inutili e vani tutti i tentativi di coloro (comitati, ambientalisti, comuni limitrofi, associazioni…) che si sono battuti per migliorare la qualità di vita nell’area metropolitana fiorentina. Tolto dal piatto il mega inceneritore di Case Passerini non tanto per tutelare la salute del milione e mezzo di persone che vivono nell’area metropolitana ma perché i rifiuti portano si ricchezza ma anche malaffare, la politica delle compiacenze rilancia con la realizzazione della nuova pista di Peretola che risulta più appetibile e remunerativo per l’imprenditoria privata. Basta con la Perfetti-Ricasoli che attraversa zone verdi non edificabili; basta con i progetti di potenziamento per i collegamenti già scarsi tra Firenze Prato e Pistoia; basta con l’utopia del Parco della Piana tanto caro ai Lorena; basta con i progetti per l’Arno che tanto ormai il ’66 è lontano; basta con i lavori per completare il Polo Scientifico Universitario. L’aeroporto: ecco la madre di tutte le priorità. Continua a leggere