In Fondo a Destra, Passando Per il Centro

Cosa sta succedendo a destra in queste giornate convulse dove voci di lockdown si rincorrono come spettri in un castello scozzese? Da una parte troviamo un Salvini più ragionevole e ordinato rispetto al passato, segno forse che le sconfitte elettorali delle ultime regionali prima fra tutte quella in Toscana dove il nostro ci aveva messo ben più che la faccia, lo abbia piegato alla moderazione spostandosi verso il centro. Dall’altra parte ho notato che la Meloni abbia tralasciato il moderatismo che finora ha caratterizzato la sua vis politica, spostandosi su posizioni estremiste e oltranziste.

Tornando a Salvini, la ritrovata necessaria intesa con il rivale interno Giorgetti, la necessità di tenersi buono il vincente Zaia e il ruolo sempre maggiore assunto dal redivivo Marcello Pera che ha intriso nel “capitano” dosi massicce di berlusconismo tali da ammansire perfino un duro e puro come Borghenzio, lo hanno portato a questa placida strambata cercando il vento migliore. 

L’abito non fa il monaco” dice il proverbio e neppure il cambio di rotta può trasformare un Salvini 2.0 in un Berlusconi 1.0 fosse altro per il mutar dei tempi e per la sostanziale differenza tra i due che differiscono in tutto, dalla xenofobia al liberalismo, dall’intolleranza all’apertura, dal nazionalismo all’europeismo, dai proclami in piazza e sui social ai più tranquilli (per gli italiani) dialoghi nei salotti televisivi. Salvini insomma sta recitando un ruolo che non gli si addice. 

Per dirne un’altra, da giorni piagnucola invocando una telefonata dal premier Conte per essere coinvolto nelle scelte future del governo sulle questioni inerenti i provvedimenti da attuare per questa seconda ondata del virus. Naturalmente la cosa gli viene male, perché a questa richiesta egli continua ad associare una serie di attacchi a testa bassa contro quel governo cui chiede di essere preso in considerazione. Pretenderebbe insomma l’attenzione dovuta da questo suo “nuovo corso” pur senza cambiare di una virgola la sostanza della linea vecchia.

In virtù di queste indefinibili trasformazioni Hide-jekilliane salviniane la Meloni ha pensato bene di tuffarsi a capofitto nel più tosto estremismo politico di destra, quello gridato, scorretto, irridente caro alla base leghista.  Anche quando parla alla Camera lo fa lanciando anatemi e contumelie contro il governo strillando come fosse in qualche comizio di piazza alla maniera di “Io sono Giorgia..! Sono una donna…!” 

E mentre alla “bestia” salviniana hanno quasi messo la museruola, lei sui social si scatena come mai vista prima, sempre pronta, sempre sopra le righe, volutamente esagerando nei toni, facendo pensare che il suo moderatismo precedente non fosse che un mefistofelico inganno di facciata. Al contrario di Salvini ha smesso di chiedere al governo un qualche coinvolgimento nelle scelte di governo rivendicando a sé il ruolo di leader dell’opposizione dura pura e intransigente.  

In una situazione eccezionale come questa dovuta al Covid-19, una destra che abbia ambizioni di governo dovrebbe indossare il manto della responsabilità nazionale e offrire a questo governo, che guida il Paese con la stessa ebbrezza che potrebbe avere Merigo, una sponda per superare l’emergenza cominciando -per esempio- a votare a favore dello scostamento di bilancio. Un’emergenza, e non solo sanitaria ma anche economica, che non fa alcuna distinzione di appartenenza e che ci porterà alle braghe di tela. 

Però evidentemente questa radicalizzazione degli animi e l’insofferenza popolare alle continue restrizioni imposte dal governo giallo-rosso spira consenso che lei, politicamente, raccoglie come dimostrano non solo i sondaggi ma anche i numeri di Fratelli d’Italia in crescita. 

Sarà la scelta giusta? Sarà vera gloria? 

Di par mio credo che questo annaspare nelle paludi della protesta urlata alla fine venga interpretata come un palliativo per guadagnare qualche manciata di voti, lucrando sulle disgrazie nazionali, pescando verso la melma dell’estremismo di destra da sempre inviso all’uomo della strada.

Ecco dunque descritto in poche frasi il cul-de-sac di una destra italiana che sta commettendo errori su errori e che tutto fa e briga senza avere un serio programma di alternativa di governo da offrire. 

Sono questi i soggetti che dovrebbero togliere il sonno a un andreottiano come Giuseppe Conte che infatti non li calcola proprio? Ma dai…!