Il Ballo dell’Orso

“Russian occupants systematically raped 25 Ukrainian girls, aged 14-24, in Bucha. 9 are now pregnant. This is not war – this is crime.
We have the right to protest for Art. 31 Russian Constitution.”

A prescindere dalla campagna elettorale e dal periodo vacanziero, alle porte di casa nostra, in Ucraina, continua a esserci una guerra.
Non ho la capacità e le conoscenze geopolitiche e militari ma semplicemente esprimo una personale opinione.
Iniziata l’invasione con lo scopo di finire il lavoro nel giro di 2 settimane, i russi si sono arenati e hanno perso l’iniziativa dopo pochi giorni insistendo bovinamente e perdendo uomini e mezzi fino al primo stop dell’avanzata. Da quel momento in poi è stato tutto un ridefinire gli obiettivi spostando l’asse dei combattimenti a Sud Est, sperando che fosse più semplice ingoiare il boccone dalla coda invece che dalla testa. Una strategia di guerra reinventata giornalmente dopo che perfino dopo la presa dell’acciaieria Azovstal, non è emerso niente di tutto quello che alcuni beoti nostrani sostenevano: no agenti Cia, no militari Nato, nessun laboratorio chimico, nessun deposito di armi batteriologiche, nessun alieno, nemmeno le Tartarughe Ninjia. Invero però c’è la strage di mezzi corazzati e aeromobili con la Z, che ha dimostrato quanto TUTTI si abbia sottovalutato l’impatto di droni e missili terra-terra in un combattimento convenzionale.
Nonostante il terreno conquistato,  i russi hanno subito ingenti perdite in uomini, mezzi e tempo, sicuramente non commisurati ai risultati sperati e hanno spostato il baricentro dei combattimenti in un quadrante idoneo all’utilizzo dell’artiglieria semovente che assieme ai droni, è diventata l’altra protagonista. Nonostante ciò però l’offensiva russa è stata fermata, le retrovie indebolite e ora la situazione è di stallo.
Anzi, a voler essere precisi, in questo momento la bilancia pende leggermente a favore dell’Ucraina che sta attaccando anche in Crimea.
Ergo,  non ci vuole un genio per rendersi conto e prendere atto del grande flop e del sostanziale ridimensionamento della Russia a livello militare, di autorevolezza e di riferimento internazionale. Anzi, in termini di combattimento convenzionale, i paesi confinanti e tradizionalmente intimoriti dalla macchina militare russa, stanno utilizzando l’esperienza ucraina per riposizionarsi militarmente e politicamente con meno timore e più arroganza. 
Per il futuro l’unica speranza di Mosca è agganciata alla Cina come potenziale mercato alternativo e come possibile protagonista di negoziati di pace,  ma dubito che Xi Jinping rompa l’atavica indifferenza cinese senza nessuna contropartita.
E Putin non hanno niente da offrire,  a patto di svendere gas e petrolio con conseguenze ancor più nefaste per l’economia russa e il proseguo della guerra. Perché è vero che l’Europa non può fare a meno della Russia,  ma neppure la Russia del mercato europeo.