Pensatori ma Razzisti

Dimenticando sempre volutamente chi lancia le bombe e chi le subisce, chi è invasori e chi ha invaso esistono anche quelli in cui prevale “è colpa della NATO” che maschera un sordido razzismo di fondo.
Per certi esimi commentatori esistono nazioni di serie A e di serie B, popoli nati per guidare e popoli nati per essere guidati, leader potenti e comparse assurte a fantoccio di qualcun altro. I primi hanno diritto a decidere del proprio destino, i secondi sono mere espressioni geografiche, terreni di gioco del grande Risiko globale.
I popoli di serie A esprimono la propria libera volontà e possono aspirare ai vantaggi della democrazia, quelli di serie B non sono ancora in grado di decidere per sé e possono aspirare al massimo al pane in tavola.
Per costoro l’Ucraina, “terra di mezzo” per eccellenza, è abitata da genti di tipo B.
Gli ucraini non si sa bene cosa siano: parlano russo ma “fingono” di avere una lingua loro, vivono in città progettate a San Pietroburgo e a Mosca, e non fosse stato per zar e i sovietici sarebbero rimasti degli zappaterra. Un popolo bambino, o forse adolescente, dato come si ribella a Grande Madre Russia.
Ai loro occhi Zelensky è un ingenuo Pinocchio: strafottente imprudente e credulone, incappato in un Mangiafuoco chiamato America. Sullo sfondo dei suoi drammatici video appelli, vedono l’ombra dello Zio Sam che se la ride.
Non negano i milioni di morti dell’Holodomor, o la secolare soppressione di lingua e cultura ucraine.

Ma suvvia, anche gli europei nella loro missione civilizzatrice hanno compiuto massacri.
E’ lo stesso paternalismo, guardacaso, dei discorsi putiniani sul “popolo fratello”.
Kyiv andrebbe ora ricondotta alla ragione. Deve capire il suo posto nel mondo, che è quello di uno stato cuscinetto, uno stato lubrificante nell’attrito tra grandi potenze.
I cori pro-Europa di Maidan, l’inno cantato nella metro di Kharkiv sotto le bombe, gli “Slava Ukraini” ripetuti come un saluto da questo “popolo fattosi esercito”, ai nostri esperti arrivano silenziati: rumore di fondo nel clangore dello scontro fra Titani. Fateci caso, nelle loro analisi gli ucraini non esistono!
Noialtri siamo gente molto basica, ma l’Ucraina potremmo averla studiata in lungo e in largo, senza la pretesa di capirla, ma forse con l’umiltà di ascoltarla.
Abbiamo visto invece che si tratta di gente forte, ottimista, solidale, pratica, gentile, aperta. Hanno idee chiare sul loro senso naizonale e volontà di ferro.
Conoscono il “Russkiy Mir” come nessun altro e combatteranno fino all’ultimo uomo per non finirci un’altra volta dentro.
Se questa è la Terra di mezzo beh loro sono gli hobbit e Mosca è Mordor. Infatti i soldati di Putin qui li chiamano “orchi”. (I luminari di cui sopra perdonino il basso livello della citazione).

La Sporca Guerra


Il bombardamento dell’ospedale è stato un atto deliberato, non un incidente. Sono gli stessi russi a dichiararlo ufficialmente giustificandolo con la necessità di eliminare alcune postazioni militari ucraine che, secondo loro, erano situate all’interno.
Bombardare ospedali è diventata triste consuetudine diffusa da quando si dispone dei mezzi per farlo. È vergognosa prassi seguita da tante forze armate. Difficilmente ha una reale motivazione militare contingente legata a motivazioni difensive.
Più spesso, se non sempre, è un orribile atto di guerra psicologica, la più subdola delle “cinque dita”, atto a dimostrare che non esistono zone franche dove trovare scampo dalla furia dell’aggressore e che l’unico sistema per sopravvivere è arrendersi.
Si tratta di prassi antica, alla quale i russi sono fortemente legati, insieme alla disinformazione, altro “dito” dei cinque, ma che ora è patrimonio culturale condiviso, tanto è vero che viene teorizzato tramite manuali. Qui il link a uno americano.
https://t.co/FOw8NxayYt
Questo per dire che per un atto del genere non c’è alcuna giustificazione tattica. È puro opportunismo strategico, esercitato nella consapevolezza che infliggere sofferenza e generare terrore possa aiutare lo svolgimento di una campagna, fin ora assolutamente fallimentare. E questo, purtroppo, non ci conforta sull’evolversi del conflitto. Se non interviene un accordo, è plausibile pensare che la russia abbia investito così tanto in questo affare, che non sia disposta in nessun caso a cristallizzare le perdite. Resistendo, gli ucraini hanno alzato la posta. E stanno facendo la loro parte. Mantenendo la calma, l’occidente ha stabilizzato una situazione potenzialmente esplosiva, ma ora è il momento di fare un passo in più. L’Ucraina deve prendere atto che un reset pre bellico è praticamente impossibile, mentre l’occidente, finora preoccupatissimo di cosa potesse fare putin in caso di suo intervento, vista anche la magra prestazione della seconda forza armata mondiale. Dovrebbe rovesciare il punto di vista e iniziare a comportarsi facendo in modo che sia Putin a temere cosa possa succedere se ci fosse un coinvolgimento occidentale nel conflitto.

Un ultima parola per i miei connazionali, la cui vena polemica e attitudine bellica da salotto non indietreggia nemmeno di fronte agli orrori che si stanno scatenando con dolorosa evidenza direttamente nelle nostre case. Pensavo che fosse stupidità, ora credo che in molti di loro alberghi quella sotterranea viltà e oscura crudeltà i cui nefasti effetti ho visto paventarsi nei luoghi di umanità dimenticata. Luoghi dove ho compreso che non c’è vero limite alla crudeltà degli uomini perduti.